Disabilità: Franchini (Univ. Cattolica) ai sacerdoti, “non delegate, la fragilità è un tema che vi appartiene”

Come accompagnare la persona disabile in un percorso di spiritualità? A questa domanda ha provato a rispondere Roberto Franchini, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, durante il convegno nazionale sulla catechesi ai disabili in corso a Sacrofano. “La spiritualità – ha spiegato – non deve essere su base cognitiva. Le persone con disabilità sono un terreno fertile perché a volte sono più aperte, non fanno mille mediazioni davanti a Gesù. Le persone con disabilità ci fanno vedere una fede fatta di mani, di corpo, in sintesi, di immediatezza”. “Attenzione – ha avvertito – allo spiritualismo. La spiritualità deve essere inserita dentro un progetto di vita. Prima di tutto, si deve amare il fenomeno, mapparlo e pianificare le attività. E poi predisporre spazi dentro la vita quotidiana delle persone, promuovere meditazioni, organizzare bellezza e stupore”.  “Noto spesso – ha detto rivolgendosi ai molto sacerdoti presenti in sala – che nel campo della fragilità i sacerdoti tendono a delegare. In alcuni, dietro, c’è l’ingenua considerazione che esista un primato della tecnica. Ma la vita delle persone fragili è proprio vostra. Siete voi che dovete ascoltare, decidere, fare sintesi. Avvicinatevi con coraggio, è un campo vostro”.

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