Festival delle religioni: Bianchi (Comunità Bose), “nuovo martirio dei cristiani nel mondo, mai così tanti come nella società contemporanea”

“Gli uomini hanno sempre sentito il bisogno di pregare. Ci sono però dei tempi che aiutano a meditare, a raccogliersi, come il mattino, la sera e per molte tradizioni religiose, anche la notte, soprattutto là dove vi è il fenomeno del monachesimo. All’interno poi della tradizione cristiana la preghiera accompagna proprio il tempo, cerca di riscattarlo, di redimerlo, di toglierlo da quest’evoluzione senza senso, per dargli l’immissione escatologica sull’eternità”. Così Enzo Bianchi, monaco della comunità di Bose, durante la lectio “Il tempo della preghiera”, uno dei momenti del Festival delle Religioni, in corso all’Abbazia di San Miniato al Monte, a Firenze. Quattro giorni di dibattito per parlare di religione e degli influssi che essa ha nella società, coinvolgendo atei e credenti, laici e religiosi. Tema di questa quarta edizione, “Ora-te”, un invito a dare spazio alla preghiera e a meditare sul senso della propria vita. Bianchi si è poi soffermato sui motivi per cui oggi si prega poco: “Nella società a noi contemporanea, che tutto ci offre con una facilità incredibile, è venuto meno quel senso dell’attesa, della ricerca, della domanda. In particolare, in coloro che sono stati educati a relazionarsi con Dio nel senso di esprimere una richiesta. Laddove invece la preghiera è intesa come meditazione, ricerca, pensiero, è riuscita a trovare delle forme per continuare. E’ solo attraverso la preghiera – ha ribadito Bianchi – che viviamo davvero la nostra fede dando del ‘tu’ a Dio ed entrando in comunione con Lui e tra di noi, rendendoci tutti fratelli”.

Il monaco della comunità di Bose, ha infine parlato, a margine della lectio, del nuovo martirio dei cristiani nel mondo, sottolineando come “siano tantissime le regioni in cui essi pagano con la vita la loro appartenenza a Cristo”: “Mai forse come oggi – ha concluso – ci sono stati numericamente tanti martiri. Il male del nostro secolo, è infatti la possibilità di essere moltiplicato in un modo che in passato non sarebbe mai potuto avvenire”.

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