Papa Francesco: udienza, “nella vita non tutto si risolve con la giustizia”. “Il male conosce le sue vendette, e se non lo si interrompe rischia di dilagare soffocando il mondo intero”

“Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Soprattutto laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare oltre il dovuto, per ricominciare una storia di grazia”. Ne è convinto il Papa, che al termine della catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla seconda parte della quinta domanda del Padre Nostro ha affermato che “il male conosce le sue vendette, e se non lo si interrompe rischia di dilagare soffocando il mondo intero”. “Alla legge del taglione – quello che tu hai fatto a me, io lo restituisco a te –, Gesù sostituisce la legge dell’amore: quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te!”, ha esclamato Francesco, che poi ha proseguito a braccio: “Pensiamo oggi, in questa settimana di Pasqua, se io sono capace di perdonare. E se io on mi sento capace, chiedere al Signore che mi dia la grazia di perdonare, perché è una grazia”. “Dio dona ad ogni cristiano la grazia di scrivere una storia di bene nella vita dei suoi fratelli, specialmente di quelli che hanno compiuto qualcosa di spiacevole e di sbagliato”, ha assicurato il Papa: “Con una parola, un abbraccio, un sorriso, possiamo trasmettere agli altri ciò che abbiamo ricevuto di più prezioso: E che cosa è di prezioso che abbiamo ricevuto? Il perdono. Che noi siamo capaci di dare agli altri anche il perdono”. La parabola citata poco prima dal Papa è quella “intensissima dedicata al perdono fraterno”, narrata nel Vangelo di Matteo: “C’era un servo che aveva contratto un debito enorme con il suo re: diecimila talenti! Una somma impossibile da restituire. Non so quanto sarebbe oggi, centinaia di milioni. Però succede il miracolo, e quel servo riceve non una dilazione di pagamento, ma il condono pieno. Una grazia insperata! Ma ecco che proprio quel servo, subito dopo, si accanisce contro un suo fratello che gli deve cento denari – piccola cosa – e, pur essendo questa una cifra accessibile, non accetta scuse né suppliche. Perciò, alla fine, il padrone lo richiama e lo fa condannare”. “Se non ti sforzi di perdonare, non verrai perdonato; se non ti sforzi di amare, nemmeno verrai amato”, il commento di Francesco: “Gesù inserisce nei rapporti umani la forza del perdono”.

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