L’annuncio della risurrezione viene presentato da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, attraverso il ricordo della Pasqua in famiglia quando era bambino nell’omelia per la Veglia pasquale in Cattedrale, durante la quale sei persone hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. “Una teologia spicciola, casalinga, alla portata di tutti! Piccoli riti che hanno trasmesso a me, alle mie sorelle, alla mia generazione il senso della Risurrezione di Gesù. Eppure mamma aveva studiato fino alla quinta elementare e papà era analfabeta – esordisce – Come le donne del vangelo che, alle prime luci dell’alba, si recarono al sepolcro, per le nostre mamme ogni mattina è stata sempre un’alba di risurrezione, anche nei momenti di dolore, di stanchezza, di malattia, di freddo o caldo”. Anche oggi, sono molti gli esempi di risurrezione vissuti nella quotidianità secondo mons. Caiazzo, che racconta dell’amore che ha circondato Mary, morta ancora bambina; della serenità con cui giovani genitori, come Lucia o Vincenzo, hanno affrontato la malattia e la morte: “Testimonianze scritte nel libro della vita consegnato a noi perché continuiamo a leggere e meditare come sia vera la storia di Cristo che oggi continua a vincere sulla morte”. “È la storia della salvezza che ci fa sentire l’alito di Dio che ci possiede rimettendoci in piedi, per camminare tra i solchi della terra tracciati con l’aratro della fede, il vomere della speranza, per arricchire la messe della carità” conclude.