Pasqua: mons. Coccia (Pesaro), mons. Tani (Urbino) e mons. Trasarti (Fano), “la Risurrezione ci ricorda che le vendette, i delitti e il male non prevarranno”

Come la morte non ha sancito la sua vittoria su Gesù, così “non prevarranno sul mondo le vendette, gli odi, gli efferati delitti e tutti i mali che in varie forme ci affliggono e che in questi ultimi tempi non hanno risparmiato neppure il nostro territorio, finora da essi sufficientemente salvaguardato”. Lo scrivono mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado e mons. Armando Trasarti, vescovo di Fano–Pergola-Fossombrone nel Messaggio per la Pasqua sottolineando che “benché siano comprensibili lo sconcerto e il disorientamento provocati da tanti eventi, di fronte ai quali tutti ci sentiamo destabilizzati, in particolar modo i nostri giovani”, la Pasqua invita a “a guardare le varie esperienze di crocifissione di oggi alla luce della Resurrezione”. “Siamo sollecitati a pregare e a operare affinché venga infranto lo strapotere del male con la testimonianza di un amore gratuito e fedele verso chi ci è vicino, chi è ferito, chi è segnato dalla fragilità e dall’ingiustizia”, aggiungono i presuli ricordando anche che “la Pasqua ci dà la certezza che il bene che compiamo, le persone che amiamo, tutto ciò che è oggetto dei nostri desideri e del nostro impegno, senza la resurrezione sarebbero un’illusione destinata a dissolversi”. “Solo il Signore Risorto – concludono – permette di strappare tutta la concretezza della vita, come cose, persone, tempo, spazio e progetti, dalla decadenza, dalla menzogna, dal nulla, riportando l’umanità alla speranza eterna”.

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