20° strage di Columbine: vescovi del Colorado, “violenza nelle nostre case, scuole e città sta distruggendo la vita”

(New York) Era il 20 aprile del 1999, quando due studenti della scuola superiore di Columbine, in Colorado, entrarono nel loro istituto imbracciando due fucili e uccisero 12 studenti e un insegnante, lasciando ben 20 dei loro compagni feriti, prima di decidere di togliersi la vita. Sono trascorsi 20 anni da quel giorno che lega il nome di Columbine agli omicidi di massa perpetrati nelle scuole o nei luoghi pubblici. In questi giorni sacerdoti, rabbini e pastori hanno ricordato l’anniversario con celebrazioni e visite al memoriale di Columbine dove sono seppellite le vittime. I vescovi del Colorado hanno voluto rilasciare una dichiarazione congiunta in cui ricordano “una tragedia che brucia ancora nei nostri cuori e nelle nostre menti e continuerà a bruciare per sempre”. I presuli nel loro messaggio parlano di “innocenza perduta, assieme alle vite falcidiate dalla violenza”, ma chiedono, nello stesso tempo “che gli uomini e le donne di fede si riprendano le comunità in preda alla paura e al male che provengono da esperienze simili a quelle di Columbine”. I pastori sono consapevoli che la preghiera e i molteplici servizi religiosi di questi giorni non possono disgiungersi dal lavorare concretamente perché “la violenza nelle nostre case, scuole e città sta distruggendo la vita, la dignità e la speranza di tanti nostri fratelli e sorelle. C’è una cultura della violenza che dobbiamo affrontare insieme ricostruendo la famiglia e una cultura della pace e della vita”. Ancorarsi a Cristo è la speranza che i vescovi vogliono trasmettere a chiunque sia stato colpito dalla violenza, perchè “è solo la fede in Lui che può portare pace, rispetto e dignità nelle nostre case, nei nostri cuori”.

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