Messa crismale: mons. Morosini (Reggio Calabria) ai sacerdoti, “non accantoniamo Dio come una qualsiasi vuota parola”

“Ssento il desiderio profondo di aiutare tutti a recuperare la sacralità della nostra consacrazione e della nostra missione: non una sacralità di potere, ma quella fondata essenzialmente sul mandato ricevuto di rivelare la nostra comunione con Dio”. Lo ha detto mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, nella Messa crismale presieduta ieri sera in cattedrale. “Se abbiamo perso un po’ della nostra sacralità – ha aggiunto il presule – ciò è dipeso dal fatto che noi non riusciamo più a parlare di Dio ai fedeli, con la nostra vita”.
Citando e spiegando il recente testo di Benedetto XVI, mons. Morosini ha riflettuto sull’espressione “perdita del rapporto con Dio” e, rivolgendosi ai sacerdoti, ha evidenziato “il senso della consacrazione: separati dagli altri, ma per stare con Gesù e per essere inviati al popolo forti di quella esperienza, fondamentale e sorgiva, dell’essere stati con Lui”. Per mons. Morosini, “solo in quest’ottica l’azione pastorale non si riduce a un lavoro che sfiora, appena, la sfera del sacro, ma che non rimanda a Cristo né trasmette sacralità”.
Al contrario, “il progetto di vita del consacrato” è quello di “liberarsi dalla corruzione del mondo ed essere per tutti tempio della gloria di Dio”.
L’arcivescovo ha invitato i confratelli a “imparare di nuovo a riconoscere Dio come fondamento della nostra vita”, per “trasfondere nella nostra stessa esistenza il buon profumo di Cristo, sfuggendo la tentazione di accantonarlo, come fosse una qualsiasi vuota parola”.

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