“La carità rende vivo l’ospedale. Senza la carità saremmo ancora più soli nella sofferenza”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata questa mattina nel corso della messa pasquale che ha presieduto all’ospedale di Cona.
“È bello e significativo in questa Settimana Santa ritrovarci anche in ospedale”, ha osservato Perego, rilevando che “è un ritrovarci non solo per augurarci una buona e santa Pasqua, ma soprattutto per condividere le nostre sofferenze, le sofferenze dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, e unirle alle sofferenze e alla passione di Cristo”. “L’ospedale – ha proseguito – è forse uno dei luoghi dove meglio si può comprendere la passione di Cristo, per la vicinanza ai malati, a chi soffre; al tempo stesso è il luogo per rivivere la ‘Via Crucis’ anche in alcuni volti che si ritrovano fra i corridoi: nelle donne e madri che soffrono, nel popolo delle nostre comunità, giovani, adulti e anziani, i medici e gli infermieri nuovi cirenei nella professionalità, ma anche in chi si fa prossimo, visita i malati e porta con loro la croce della malattia”. “L’ospedale – ha aggiunto – non è solo il luogo della Passione, della morte, ma anche il luogo della salute e della vita: è anche il luogo della Pasqua. Della gioia di una malattia superata, di una cura riuscita, di una vita nuova che nasce”. “Morte e vita, sofferenza e salute si incrociano tra le corsie e i reparti di questa casa”, ha rilevato l’arcivescovo, sottolineando poi che “la fede nel Signore è sempre accompagnata dalla speranza, dal non abbandonarci alla tentazione di guardare solo al presente o peggio ancora di cedere alla disperazione”. “La cura delle persone chiede sempre di guardare oltre, di avere pazienza, di avere fiducia, di ricercare, di non arrendersi. E la speranza, proprio perché è una virtù non facile, è accompagnata dalla carità di chi ci è vicino, ci cura, ci consola, ci regala il suo tempo, ci dona qualcosa anche del suo corpo, perché viva il corpo di altri: il sangue, una parte di un organo, gli organi di un caro che è improvvisamente mancato”.