Papa Francesco al carcere di Velletri: mons. Apicella (vescovo), “gesto di sostegno verso una realtà spesso demonizzata”

“Ci stiamo preparando all’incontro con Papa Francesco, cercando di rendere il più accogliente possibile un ambiente che di solito non è abituato a situazioni del genere e anche animando la vita carceraria. Vogliamo evitare che sia semplicemente un fatto mediatico o cerimoniale ed emotivo ma sia quello che nelle intenzioni del Santo Padre vuole essere”. Lo ha detto mons. Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni, in un’intervista rilasciata alla trasmissione di Radio Vaticana “I Cellanti”, parlando della visita di Papa Francesco nella Casa circondariale in cui giovedì prossimo il pontefice celebrerà la Messa in Coena Domini. Soffermandosi sulla realtà di Velletri dal punto di vista carcerario, il presule ha spiegato che “è una delle più grosse case circondariali”. “Fino all’anno scorso ospitava 300 detenuti, recentemente questo numero è stato raddoppiato. Sono Chiesa anche loro”. Approfondendo, invece, il significato della visita del Papa, mons. Apicella lo ha considerato “un gesto di vicinanza, di partecipazione e di sostegno della Chiesa verso una realtà che oggi ha bisogno di un’attenzione tutta particolare e che spesso invece è non dimenticata, ma demonizzata in qualche modo”. “Frequentare il carcere – ha aggiunto il presule – vuol dire scoprire che dietro quelle mura ci stanno delle persone che possono aver sbagliato, ma che hanno bisogno di qualcuno che li ascolti, che condivida una situazione di sofferenza pesante”.

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