Ludopatia: mons. Giombanco (Patti), “vincere se stessi è la sfida più difficile, ma apre alla speranza in una vita nuova”

“Il gioco sano educa alla laboriosità, alla creatività e alla collaborazione; tende a creare relazioni tra persone. Non rende schiavi come il gioco d’azzardo che crea una dipendenza negativa finalizzata ad espropriare la persona della sua dignità”. Lo ha detto il vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, intervenendo stamani al convegno diocesano dal titolo “Ludopatia: emergenza umana e sociale”, organizzato dalla Caritas diocesana di Patti e dalla Sezione A.N.F.I. di Sant’Agata Militello nel Comune messinese. Ricordando che “Papa Francesco ha definito il gioco d’azzardo un culto idolatrico, un cancro sociale che sta distruggendo milioni di famiglie nel mondo, al pari del narcotraffico e della droga”, il presule ha affermato che “la Chiesa grazie ai suoi canali sul territorio ha intercettato per tempo i bisogni e la portata devastante del fenomeno”. “Nei centri di ascolto e nelle parrocchie arrivano spesso persone con debiti,
che hanno perso il lavoro e che chiedono beni alimentari – ha aggiunto mons. Giombanco-. La Chiesa fa già molto ma deve fare di più perché il fenomeno dell’azzardo è pervarsivo, perciò credo sia ormai tempo che i parroci parlino di questa situazione anche a Messa, nelle omelie; come cattolici abbiamo una responsabilità enorme”. Infine, il vescovo ha indicato la “sola strada che può condurre alla vera libertà”, “vincere se stessi per superare ogni forma di ludopatia”. “Vincere se stessi è la sfida più difficile, ma è l’unica che apre alla speranza in una vita nuova non più schiava dell’idolo dell’azzardopatia, ma perché capace di custodire la dignità della propria vita per essere vissuta nella vera gioia e nella libertà e non nella schiavitù qualunque essa sia”.

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