Sinodalità: Noceti (Ist. scienze religiose Toscana), “rivedere i processi decisionali”

“Chiesa sinodale, come possiamo esserlo?” è la domanda cui ha tentato di rispondere Serena Noceti, dell’Istituto superiore di Scienze religiose della Toscana, al convegno dal titolo “Sinodalità, una chiesa di fratelli e sorelle che camminano e decidono insieme” organizzato a Padova dalle Facoltà Teologiche italiane. “Occorre rivedere i processi decisionali. E quindi la logica che normalmente si segue, ovvero ascoltare, consultare consigliare – i laici – e poi decidere – il vescovo. Dobbiamo attivare l’idea di un processo progressivo, per fasi, che sono individuare l’oggetto della decisione, valutare le informazioni per comprenderlo, decidere le diverse opzioni che possono essere in gioco e valutare qual è quella preferibile, e poi porre la decisione e accompagnare l’attuazione. Ebbene, in ognuna di queste diverse fasi sono sempre in gioco l’uno, gli alcuni – che possono essere il presbiterio, i teologi, i consigli pastorali, le rappresentanze di gruppi che hanno competenze specifiche da mettere in gioco – e i tutti. A seconda delle fasi sono prevalenti gli uni e gli altri, fermo restando che nella decisione è sempre l’uno e solo l’uno”. In questo quadro, il ruolo del vescovo, ha detto Noceti, “lo vedo come il garante del consensum fidelium e della progressiva attuazione del processo decisionale. In questo senso la questione è passare da una leadership applicativa o transazionale con alcuni, a mediazione comunicativa e decisionale unidirezionale, a una dinamica di processo e di leadership trasformativi attraverso processi decisionali complessivi”.

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