Papa Francesco: a leader Sud Sudan, ascoltare “il gemito dei poveri che hanno fame e sete di giustizia”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Siamo ben consapevoli che la natura di questo nostro incontro è del tutto particolare e in un certo senso unica, perché qui non si tratta di un consueto e comune incontro bilaterale o diplomatico tra il Papa e i Capi di Stato e nemmeno di una iniziativa ecumenica tra i rappresentanti delle diverse comunità cristiane: si tratta, infatti, di un ritiro spirituale”. A precisarlo è stato il Papa, che all’inizio del suo discorso a conclusione del ritiro spirituale rivolto ai leader del Sud Sudan ha ricordato che “lo scopo di questo ritiro è quello di stare insieme davanti a Dio e discernere la sua volontà; è riflettere sulla propria vita e sulla comune missione che ci affida; è rendersi consapevoli dell’enorme corresponsabilità per il presente e per il futuro del popolo sud sudanese; è impegnarsi, rinvigoriti e riconciliati, per la costruzione della vostra nazione”. “Cari fratelli e sorelle, non dimentichiamo che a noi, leader politici e religiosi, Dio ha affidato il compito di essere guide del suo popolo: ci ha affidato molto, e proprio per questo richiederà da noi molto di più!”, l’esortazione di Francesco: “Ci domanderà conto del nostro servizio e della nostra amministrazione, del nostro impegno in favore della pace e del bene compiuto per i membri delle nostre comunità, in particolare i più bisognosi ed emarginati, in altre parole ci chiederà conto della nostra vita ma anche della vita degli altri”. “Il gemito dei poveri che hanno fame e sete di giustizia ci obbliga in coscienza e ci impegna nel nostro servizio”, la tesi del Papa: “Essi sono piccoli agli occhi del mondo ma sono preziosi agli occhi di Dio”. Poi Francesco ha citato i “tre sguardi del Signore sull’apostolo Pietro”, da sentire rivolti a ciascuno dei presenti: il primo sguardo “è lo sguardo dell’elezione che ha suscitato l’entusiasmo per una missione speciale”. Il secondo sguardo è quello che “ha toccato il cuore di Pietro e ha provocato la sua conversione”, in quella notte del Giovedì Santo, quando Pietro ha rinnegato il suo Signore per la terza volta. Infine, dopo la risurrezione, sulla riva del lago di Tiberiade, Gesù ha fissato ancora il suo sguardo su Pietro, “chiedendogli di dichiarare il suo amore per tre volte e affidandogli di nuovo la missione di pastore del suo gregge, indicandogli anche come questa sua missione sarebbe culminata nel sacrificio della vita”.

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