F-35: Vignarca (Rete disarmo), “documenti da Washington confermerebbero ulteriori spese da parte dell’Italia”

“A quasi dieci anni di distanza siamo ancora qui a discutere sull’acquisto da parte del Governo italiano degli aerei cacciabombardieri Joint Strike Fighter F-35”. Lo ha detto oggi a Roma Francesco Vignarca, della Rete italiana per il disarmo, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del rilancio della campagna della società civile italiana contro l’acquisto degli F-35, promossa da Rete italiana per il disarmo, Rete della pace e “Sbilanciamoci!”. “Documenti da Washington, seppur molto ‘vaghi’ – ha spiegato Vignarca -, dimostrerebbero che l’attuale esecutivo potrebbe aver deciso di confermare ulteriori spese nel contestato programma di armamento. Sono infatti almeno sei i contratti sottoscritti dal Jpo (l’ufficio a Washington che coordina il programma Joint Strike Fighter), a partire da giugno 2018 e che coinvolgono anche non meglio individuati ‘partner internazionali’ (come è l’Italia, che non è un semplice cliente del progetto ma ha preso parte fin dal 1996 anche alle fasi di sviluppo). Una spesa che complessivamente ammonterebbe a circa dieci miliardi di euro, che si andrebbero a sommare ai 4,5 miliardi già spesi negli scorsi anni”. Pertanto, ha affermato Vignarca, il “2019 è un anno importante, perché la decisione che verrà presa dal Governo in carica sarà finale e inappellabile. Se verrà sottoscritta l’acquisizione in blocco degli F-35 una eventuale rescissione del contratto comporterebbe delle penali molto gravose per un’economia già provata come la nostra”.

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