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Pace: Helsinki, primo simposio internazionale sulla partecipazione dei giovani nei processi di mediazione

Helsinki ospita in questi giorni il primo simposio internazionale sulla partecipazione dei giovani nei processi di pace, sotto l’egida dell’Onu e del governo finlandese. “Diciamo basta all’idea sbagliata che ha permesso che le capacità dei giovani nel costruire la pace e nel sostenerla siano state sottovalutate e misconosciute”, ha detto Jayathma Wickramanayake, inviato speciale del segretario generale dell’Onu per i giovani, aprendo oggi i lavori della conferenza. All’evento sono presenti un centinaio di specialisti, mediatori, ricercatori e opinion maker; i lavori prevedono numerosi momenti di condivisione di esperienze di mediazione e spazi di riflessione su “nuovi modi di incoraggiare la partecipazione dei giovani ai processi di pace”. La metà dei partecipanti è giovane e ha esperienza diretta dei processi di pace nelle aree colpite dal conflitto: Farida Amiri di Afghans for Progressive Thinking, Gwendolyn Myers di Messengers for Peace-Liberia, Leonardo Párraga dalla Colombia le prime testimonianze ascoltate. I lavori si concluderanno domani 6 marzo con le osservazioni conclusive della presidente dell’Assemblea generale Onu Maria Fernanda Espinosa e del ministro degli esteri finlandese Timo Soini. “I giovani sotto i 30 anni rappresentano oltre la metà della popolazione mondiale. Di loro, 600 milioni vivono in stati fragili e colpiti da conflitti”, spiegano gli organizzatori.
La Risoluzione 2250 (2015) del Consiglio di sicurezza Onu su Gioventù, pace e sicurezza è stata la prima a riconoscere il ruolo positivo dei giovani nel mantenimento e nella promozione della pace e della sicurezza. Nel 2018 una nuova risoluzione (2419) ha sollecitato la rappresentanza inclusiva dei giovani.

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