Papa in Marocco: incontro con i migranti, crisi migratoria è “ferita che grida al cielo”, “nessuno può essere indifferente”

“Una ferita grande e grave che continua a lacerare gli inizi di questo XXI secolo. Ferita che grida al cielo”. Così il Papa ha definito la grave crisi migratoria che stiamo affrontando, citata già nella seconda parte del suo primo discorso in Marocco, rivolto alle autorità. “Non vogliamo che l’indifferenza e il silenzio siano la nostra parola”, ha detto Francesco durante l’incontro con i migranti, nella sede della Caritas diocesana di Rabat. “Ancor più quando si riscontra che sono molti milioni i rifugiati e gli altri migranti forzati che chiedono la protezione internazionale, senza contare le vittime della tratta e delle nuove forme di schiavitù in mano ad organizzazioni criminali”, ha sottolineato: “Nessuno può essere indifferente davanti a questo dolore”. “Tutti siamo chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee, con generosità, prontezza, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità”, l’appello del Papa, che ha ringraziato tutti i presenti e ha esortato “a continuare a impegnarci per garantire condizioni di vita degna per tutti”. Poi, ancora una volta, la citazione della Conferenza intergovernativa di Marrakech che ha ratificato l’adozione del Patto mondiale sulle migrazioni, definito “un importante passo avanti per la comunità”. “Questo Patto – ha spiegato Francesco – permette di riconoscere e di prendere coscienza che non si tratta solo di migranti, come se le loro vite fossero una realtà estranea o marginale, che non abbia nulla a che fare col resto della società. Come se la loro qualità di persone con diritti restasse ‘sospesa’ a causa della loro situazione attuale”. Al suo arrivo, il Papa è stato accolto all’ingresso principale della Caritas dall’arcivescovo di Tangeri, mons. Santiago Agrelo Martínez, e dal direttore della sede della Caritas, a cui Francesco  ha consegnato in dono una Madonna su marmo.

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