Economia: don Ciotti (Libera), “Italia non è libera se più di due milioni di giovani non trovano il lavoro”

“Non è libero chi è povero né chi non ha diritti. Se il metro è la dignità, l’Italia non è libera perché 2.300.000 giovani hanno finito la scuola e non hanno trovato lavoro”: la denuncia arriva da don Luigi Ciotti, presidente di Libera, al convegno di Matera su “Etica, cultura e bellezza”. La fotografia del paese parla di una realtà impoverita: “Serve un investimento etico e culturale, considerando che da più di centocinquant’anni in Italia si continua a parlare di mafia. La speranza per il domani poggia su una resistenza nell’oggi”. Passando al piano europeo, don Ciotti rileva che “il bilancio per la difesa è in continua crescita e negli ultimi dieci anni sono emerse sempre più fragilità: si sono persi fondi per il sociale, andati invece al salvataggio delle banche”. “Il grido della terra è un grido di vita e di libertà da parte dei poveri – giovani e migranti per primi – che soffrono sfruttamento ambientale e disuguaglianze sociali” insiste il fondatore del Gruppo Abele con l’incisività che gli è propria. “Il mondo è un ecosistema e non si può agire su una parte senza che le altre ne risentano. L’ecologia non può essere sottomessa all’economia”. Una riflessione su etica e bellezza chiude l’intervento di don Ciotti: “L’etica, che richiede una vita coerente e un’azione collettiva, e l’estetica saldano forma e sostanza. La bellezza, come armonia delle forme, è fatta di giustizia nei confronti dell’ambiente. La devastazione ambientale è figlia della devastazione etica che viene perpetrata contro l’umanità”.

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