Azzardo: Nizzoli (psicologo), “non si può vivere senza azzardare ma non bisogna giocare denaro per farlo”

“Il gioco d’azzardo è un gioco con l’ignoto, con il destino”: lo afferma lo psicologo clinico e psicoterapeuta Umberto Nizzoli, che propone una relazione sul valore emozionale di questa forma di dipendenza al convegno “Con l’azzardo non si gioca” alla facoltà Auxilium di Roma. “Le malattie mentali cambiano insieme all’ambiente circostante – rileva – I falsi bisogni creano dipendenza e la crisi educativa porta a procrastinare l’esigenza di educare le emozioni e crescere senza farsi travolgere da esse”. Quella che Nizzoli definisce come sfida educativa in cui “la prevenzione può svilupparsi a tanti livelli, da quello macro-politico a quello personale”. Presentando diverse teorie scientifiche, lo psicoterapeuta evidenzia come “ci sono molti elementi in comune tra le diverse forme di dipendenza e le persone vanno trattate dagli specialisti in maniera analoga e senza giudicare” e che “le attività legate al gioco d’azzardo si articolano lungo un continuum che parte dagli aspetti ludico-ricreativi, sociali e istituzionali della pratica che possono essere altamente piacevoli e addirittura consigliabili”. In generale, “non si può vivere senza azzardare, perché non abbiamo il controllo di tutto nella vita. Non per questo bisogna giocare del denaro per azzardare – osserva Nizzoli – Bisogna intervenire sull’educazione dei giovani, coinvolgendo la famiglia, la scuola, senza dimenticare il percorso di cura e di prossimità nei confronti delle famiglie di chi è coinvolto nel gioco” conclude.

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