Azzardo: don Ambarus (Caritas Roma), “supermercato invasivo delle offerte” parte dalle macchinette per bambini che mettono in palio palline o peluches

foto SIR/Marco Calvarese

Don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma, interviene al convegno sul contrasto al gioco d’azzardo in corso alla Facoltà Auxilium. “Nel 2013 la Caritas di Roma per la prima volta ha promosso un incontro per lanciare un campanello d’allarme su cosa stava accadendo – esordisce –. L’azzardo non è un gioco: casualità, impiego di molto denaro e impossibilità di controllare il risultato ne sono le caratteristiche”. Quello che don Ambarus definisce “supermercato invasivo delle offerte” parte dalle macchinette per bambini che mettono in palio palline o pupazzi. Una volta la schedina giocata con gli amici era occasione di relazione, “oggi è un’attività individuale, che svende illusioni”. Nel 2003, i Monopoli di Stato diventano un’agenzia per produrre profitto: “L’azzardo ne diviene strumento, ma oggi lo Stato spende per curare i dipendenti dall’azzardo più di quanto guadagna dal gioco” rileva il direttore della Caritas di Roma, che racconta l’esperienza di vittime. “Dai 28 miliardi spesi in Italia nel 2005 per l’azzardo, nel 2018 sono 107, 1900 euro a testa”. Di fronte a numeri e drammi, la società civile inizia a sensibilizzarsi, “la politica meno: il decreto dignità ha posto il divieto della pubblicità in tv, ma c’è una moratoria di un anno dall’entrata in vigore della legge e c’è stata una corsa ai contratti pubblicitari. La legge di bilancio 2019 posticipa di un anno la dismissione delle slot machines ed è stata inoltre ridotta la percentuale di guadagno per chi gioca”. E conclude invitando a non sottovalutare il fenomeno.

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