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Unione europea: card. Marx (Germania) al colloquio di Parigi, “essere insieme è meglio di essere soli”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(Parigi) “Essere insieme è meglio di essere soli”. Risponde così il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e presidente della Conferenza episcopale tedesca, a chi oggi vorrebbe un futuro senza Europa. “Tutti, anche i Paesi più grandi, sono piccoli e deboli di fronte alle grandi dinamiche mondiali, e da soli possono fare poco. Insieme invece si possono fare grandi cose, anche lottare per la civiltà di libertà, solidarietà, democrazia e pace”, che l’Europa ha costruito nella sua storia. Un patrimonio di cui oggi è responsabile “non solo per gli europei ma per il mondo intero”. Parlando a margine del Colloquio che le tre presidenze delle Conferenze episcopali di Germania, Francia e Svizzera stanno organizzando a Parigi sul “bene comune”, il cardinale spiega: “L’Europa è un soggetto molto importante e lo è anche per la Chiesa. Erano cristiani i padri che hanno fondato l’Unione europea dopo la guerra. Per questo i cristiani sentono una grande responsabilità di impegnarsi  per l’Europa e partecipare insieme a questo progetto di solidarietà fondato su valori che fanno parte della nostra civiltà Europea”. Secondo l’arcivescovo “non è vero” che gli europei non amano l’Europa. “La gran parte degli europei è per l’Unione europea. Ciò è assolutamente chiaro. E’ una minoranza. Certo, si registra un aumento delle voci che si definiscono scettiche nel confronti del progetto europeo. Occorre allora aprire uno spazio di discussione. Con questo intento due anni fa, si organizzò a Roma con Papa Francesco ‘Rethinking Europe’. E’ la Chiesa che incoraggia la discussione sul futuro dell’Europa a tutti i livelli”. Perché andare a votare a fine maggio? “Per essere dentro”, risponde Marx: “Se non si va a votare, significa che si sceglie di non voler partecipare. Votare è un atto importante per essere presenti, in questo caso, nel comune destino europeo, partecipare alla sua costruzione e  far sentire la propria voce”.

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