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Unione europea: al via a Parigi colloquio sul “bene comune” promosso dai vescovi di Francia, Germania e Svizzera

(Parigi) “Le difficoltà che stanno incontrando il governo e i parlamentari del Regno Unito per mettersi d’accordo sulle condizioni del Brexit, tanto da paventare addirittura il rischio di una uscita senza accordo, indica a tutti gli europei continentali che lasciare l’Unione è un taglio netto al legame comune europeo e che c’è enormemente molto da perdere dal separarsi dagli altri”. Con queste parole mons. Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente dei vescovi francesi, ha aperto ieri sera a Parigi il “Dialogo sul bene comune” promosso dalle presidenze delle Conferenze episcopali di Germania, Francia e Svizzera. All’incontro – che si concluderà oggi – stanno partecipando 80 partecipanti provenienti dai tre Paesi. Tra i relatori, anche donne e uomini impegnati in politica, come per esempio l’ex ministro della difesa tedesco Thomas de Maizière, l’ex premier italiano Enrico Letta e l’ex deputata europea Sylvie Goulard. Dal 2015 le tre Presidenze si sono impegnate ad organizzare un incontro ogni due anni su un tema di attualità particolarmente sentito dai tre Paesi. Il primo incontro si è svolto a Roma nel 2015 attorno al Sinodo sulla famiglia, il secondo a Berlino nel 2017 sulla questione delle migrazioni. Quest’anno, anche in vista delle elezioni parlamentari di fine maggio, i vescovi hanno scelto di confrontarsi sull’Europa e il bene comune. Sebbene la Svizzera non sia un membro dell’UE, rimane un partner privilegiato situato nel cuore del continente europeo. Ciò che preoccupa l’episcopato europeo è l’allontanamento degli europei al progetto europeo.

“Tra due mesi – ha detto il presidente dei vescovi francesi – ci saranno le elezioni europee e si svolgeranno in ogni Paese membro in un contesto che risentirà dei fattori di politiche nazionali e locali”. Una prima valutazione sarà fatta sul “tasso di partecipazione che sarà poi analizzato in ciascun paese come un segno di adesione o di indifferenza o addirittura di rigetto rispetto al progetto europeo”.  Sulle elezioni di maggio infatti influiranno “l’uscita della Grande Bretagna dall’Unione europea, la crescita del populismo, la questione dei migranti in molti paesi, il dibattito sulle competenze del Parlamento e della Commissione europea”. “Dopo decenni di progresso e di fiducia in Europa, siamo entrati oggi in un periodo di turbolenza, di ripiegamento in se stessi, di paura”, osserva mons. Pontier. “Di fronte a queste tendenze nazionaliste,  la nozione del bene comune non è più evidente. L’Europa ha bisogno di ritrovare uno slancio nuovo e ci è sembrato che una riflessione sul bene comune potesse essere  un contributo utile al dibattitto attuale”. Nel suo intervento, Enrico Letta ha messo in guardia a più riprese dal rischio di altri 27 Brexit e di una Europa che si tira indietro, dando così spazio ad America e Cina, ad un sistema di mercato e di governo senza regole. Il futuro – ha detto l’ex premier italiano  – ha bisogno dell’Europa, perché ha bisogno della sua “politica fondata sulla difesa della dignità umana e sulla centralità della persona”. Sylvie Goulard, invece, ha ricordato che compito della Chiesa è esortare l’Europa a non “prendere mai decisioni senza includere i più poveri”.

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