Papa Francesco: Angelus, “non giustificare la pigrizia spirituale” abusando della misericordia

foto SIR/Marco Calvarese

“Tutti noi abbiamo bisogno di convertirci, di fare un passo avanti, e la pazienza di Dio, la misericordia, ci accompagna in questo”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha commentato la parabola del fico sterile, al centro della terza domenica di Quaresima. “Il fico che il padrone della parabola vuole estirpare rappresenta una esistenza sterile, incapace di donare, incapace di fare il bene”, ha spiegato Francesco: “È simbolo di colui che vive per sé stesso, sazio e tranquillo, adagiato nelle proprie comodità, incapace di volgere lo sguardo e il cuore a quanti sono accanto a lui e si trovano in condizione di sofferenza, di povertà, di disagio”. A questo “atteggiamento di egoismo e di sterilità spirituale”, ha proseguito il Papa, “si contrappone il grande amore del vignaiolo nei confronti del fico: fa aspettare il padrone, ha pazienza, sa aspettare, gli dedica il suo tempo e il suo lavoro. Promette al padrone di prendersi particolare cura di quell’albero infelice”. “Nonostante la sterilità, che a volte segna la nostra esistenza, Dio ha pazienza e ci offre la possibilità di cambiare e di fare progressi sulla strada del bene”, ha commentato Francesco: “Ma la dilazione implorata e concessa in attesa che l’albero finalmente fruttifichi, indica anche l’urgenza della conversione”, ha ammonito Francesco: “La possibilità della conversione non è illimitata; perciò è necessario coglierla subito; altrimenti essa sarebbe perduta per sempre”. “Noi possiamo pensare in questa Quaresima”, la proposta del Papa: “Cosa devo fare io per avvicinarmi di più al Signore, per convertirmi, per ‘tagliare’ quelle cose che non vanno? ‘No, no, io aspetterò la prossima Quaresima’. Ma sarai vivo la prossima Quaresima? Pensiamo oggi, ognuno di noi: cosa devo fare davanti a questa misericordia di Dio che mi aspetta e che sempre perdona? Cosa devo fare?”. “Noi possiamo fare grande affidamento sulla misericordia di Dio, ma senza abusarne”, il monito di Francesco: “Non dobbiamo giustificare la pigrizia spirituale, ma accrescere il nostro impegno a corrispondere prontamente a questa misericordia con sincerità di cuore”. “Nel tempo di Quaresima, il Signore ci invita alla conversione”, ha concluso il Papa: “Ognuno di noi deve sentirsi interpellato da questa chiamata, correggendo qualcosa nella propria vita, nel proprio modo di pensare, di agire e di vivere le relazioni con il prossimo. Al tempo stesso, dobbiamo imitare la pazienza di Dio che ha fiducia nella capacità di tutti di potersi ‘rialzare’ e riprendere il cammino. Dio è Padre, e non spegne la debole fiamma, ma accompagna e cura chi è debole perché si rafforzi e porti il suo contributo di amore alla comunità”.

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