Chiesa: Repole, per vera riforma sinodale “è necessaria costante conversione spirituale di tutti i soggetti ecclesiali”

Per una vera riforma sinodale della Chiesa non basta riformare le strutture: “È necessaria una costante conversione spirituale di tutti i soggetti ecclesiali”. Ne è convinto Roberto Repole, presidente dell’Ati e direttore della Sezione di Torino della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. In un’intervista pubblicata dal sito della Facoltà teologica del Triveneto  in vista del convegno sulla sinodalità delle Facoltà teologiche italiane che si terrà il 12 aprile a Padova, Repole premette: “L’attuale Pontefice certamente ha dato un forte impulso alla Chiesa perché riprenda confidenza con la dimensione fondamentale della sinodalità. Lo ha fatto con il suo stile ma anche con alcuni discorsi, come quello tenuto in occasione del 50° anniversario del Sinodo dei vescovi, e con Evangelii gaudium, testo programmatico del pontificato. Ovviamente ciò richiede anche la riforma di alcune strutture ecclesiali, nella quale Papa Francesco si è impegnato personalmente”. Tuttavia, precisa richiamando il documento della Commissione teologica internazionale “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa” (2 marzo 2018), “i possibili processi di riforma saranno veri e reali ed effettivi nella misura in cui corrispondono anche a processi di conversione spirituale da parte di tutti i soggetti ecclesiali. E ciò non è scontato né è pensabile come una cosa fatta una volta per sempre”. “Da una parte è necessario mettere mano ad alcuni processi di riforma anche sul piano del diritto canonico, che è un punto di riferimento. Ci viene chiesto però di camminare sulla linea della sinodalità e per questo è necessaria una conversione costante, perenne, di tutti i soggetti ecclesiali, non solo di chi svolge il ministero nella Chiesa. Il pericolo del clericalismo – avverte – c’è nei preti ma qualche volta anche nei laici quando non si assumono le loro responsabilità o non vivono la loro vocazione e il loro impegno fino in fondo”.

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