Diocesi: Caritas S. Benedetto del Tronto, nasce il progetto “Ribes” per contrastare le povertà educative

Si chiama “Ribes” il nuovo progetto promosso dalla Caritas diocesana di S. Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, nato per contrastare la povertà educativa minorile. Al fianco della Caritas, presente operativamente nel progetto con la onlus “S. Teresa d’Avila” ci sono le amministrazioni comunali di San Benedetto del Tronto e di Grottammare, l’Istituto scolastico delle suore Concezioniste, l’Istituto san Giovanni Battista e il “Centro famiglia” di S. Benedetto del Tronto. “Ribes” è un acronimo che sta per “risorse integrate per i bisogni educativi speciali”. “La Caritas è chiamata ad avere uno sguardo a tutto campo per quanto riguarda i bisogni del territorio – afferma il direttore della Caritas diocesana, don Gianni Croci –. Il tema dell’anno ‘Caritas e cultura’ ci ha portato a prendere coscienza di una emergente povertà educativa minorile. La povertà non è solo mancanza di pane o di vestito! Diceva don Lorenzo Milani: ricco non è chi ha più soldi ma chi conosce più parole. I recenti interventi sui social di più voci sulla realtà giovanile-adolescenziale in città dicono quanto la situazione sia davvero preoccupante”. “Essere genitori – spiega Maria Chiara Verdecchia – non è stato mai facile, né ieri né tanto meno oggi, dove la società in cui viviamo è soggetta a rapide trasformazioni e continue sollecitazioni, incrementando così i pericoli di destabilizzazione all’interno della famiglia stessa. Credo che occorra restituire fiducia ai genitori nelle loro capacità, risorse, allontanando l’idea del genitore perfetto. E forse anche il convincimento che non è la quantità di tempo che si passa con i figli ad essere importante ma la qualità, è mio avviso una colorata bugia che gli adulti si raccontano per giustificarsi”. Un incitamento al nuovo progetto viene dal vescovo, mons. Carlo Bresciani, che plaude alla scelta di fare rete per valorizzare tutte le risorse presenti sul territorio. In questo momento il progetto si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare la comunità e di attivare tavoli di confronto tra i vari partner. A seguire inizieranno laboratori, attività e si apriranno sportelli di ascolto per le famiglie.

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