Don Peppe Diana: Mattarella, “la camorra è una forma di terrorismo che sradicheremo”

(Foto: Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“La camorra è una forma di terrorismo che sradicheremo. La cultura di morte non prevarrà sul desiderio di una società più giusta e più ricca di opportunità. Questo giorno di memoria è un giorno di impegno e di responsabilità”. Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25° anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana, avvenuta il 19 marzo 1994 a Casal di Principe mentre stava per andare a celebrare la messa. “Don Giuseppe – ricorda il Capo dello Stato – è nato a Casal di Principe e tra la sua gente ha continuato a operare, con lena instancabile e con animo sempre aperto alla speranza, affinché si spezzasse il giogo criminale e potessero aprirsi ai giovani nuove opportunità di crescita personale e di riscatto sociale”. “I camorristi – prosegue Mattarella – pensavano di far tacere una voce scomoda, di cancellare la reazione civile alla sopraffazione, di annientare una forza educativa che costruiva libertà: ma gli assassini hanno soltanto mostrato, una volta di più, l’abisso che separa l’umanità di chi cerca il bene dalla disumanità della camorra e delle mafie”.
Per il Capo dello Stato, “il martirio di don Diana rende oggi ancor più solenni le sue parole: ‘Per amore del mio popolo non tacerò’. Per amore di noi stessi e del nostro Paese sentiamo il dovere di raccogliere e trasmettere il testimone di quanti ci hanno insegnato a non piegare la testa davanti alle minacce, di non rinunciare mai alla dignità della vita, di non cedere all’illegalità e al sopruso”.
“La Repubblica – assicura Mattarella – non lascerà sole le comunità, come quella di don Giuseppe Diana, che hanno subìto ferite così profonde. Le istituzioni devono rispondere alla domanda di giustizia che sale dalle numerose vittime innocenti, dalle famiglie, dalle persone a cui il crimine organizzato continua a rubare il futuro. Ma tutta la società civile, a partire da ciascuno di noi, è chiamata a fare la propria parte, seguendo la strada indicata da persone come don Giuseppe”.

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