Diocesi: Assisi, conclusa fase locale processo di beatificazione e canonizzazione di don Pennacchi

“L’apostolo di Assisi, il prete dell’Angelus Domini, l’uomo dei poveri e degli ammalati, l’educatore di tanti giovani”. Così il venerabile don Antonio Pennacchi è stato definito dal vescovo di Assisi–Nocera Umbra–Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, nel corso della cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione che si è svolta oggi, giovedì 14 marzo, nell’abbazia di San Pietro, dove lo stesso è sepolto e dove è stato allestito un angolo con alcune reliquie, libri e suoi appunti.
Il vescovo ha ricordato alcuni episodi che fanno di don Antonio “una figura mistica con fenomeni straordinari. La sua vita fu di preghiera intensissima: passava intere giornate per strada, tra la gente, come ci dice oggi Papa Francesco”. Diverse le testimonianze raccolte che evidenziano questa sua “elevazione spirituale” , così come i prodigi e le guarigioni. Dopo l’intervento del presule è seguita la cerimonia di firma, chiusura e apposizione dei sigilli contenenti i documenti già in possesso della diocesi grazie a un primo processo avviato all’inizio del 1900 che poi si era interrotto e altri rinvenuti, dalla commissione diocesana nominata ad hoc, nell’archivio vescovile nel monastero di Sant’Andrea dove don Pennacchi operò.
Don Antonio Pennacchi è nato a Bettona nel 1782 e vissuto e operato ad Assisi nella parrocchia di San Pietro. La sua vita è ricca di spunti e di momenti di grande spiritualità. Si sentì chiamato dal Signore alla vocazione sacerdotale e a 18 anni, all’inizio del 1800, si trasferì ad Assisi per continuare gli studi filosofici e teologici. Si distinse subito per la sua intelligenza, per il suo impegno e per la pietà. Fu ordinato sacerdote il 22 marzo 1806 dal vescovo Francesco Maria Giampé che, per la sua grande cultura, lo nominò insegnante di grammatica superiore nelle scuole municipali di Assisi e cappellano nella chiesa abbaziale di San Pietro e delle suore clarisse francescane di Sant’Andrea.

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