Francia: vescovi su abusi sessuali, “grazie alle vittime che hanno trovato il coraggio di parlare, si è aperta l’operazione-verità”

A pochi giorni dalla sentenza del Tribunale di Lione che ha condannato il cardinale di Lione Philippe Barbarin per mancata denuncia, i vescovi francesi, riuniti oggi a Parigi nel Consiglio permanente, rivolgono ai fedeli della Chiesa cattolica un messaggio, ad inizio di Quaresima, in cui tornano a esprimere tutto il loro dolore per quanto accaduto all’interno della Chiesa e un vivo ringraziamento alle vittime per aver trovato il coraggio di parlare. “Siamo, tutti, molto colpiti e turbati dalle rivelazioni fatte sugli atti criminali commessi da ministri ordinati o da uomini consacrati su minori o anche adulti sia nella Chiesa universale sia nella nostra Chiesa”, scrivono i vescovi. “Questi comportamenti immorali ci scandalizzano e minano la nostra fiducia nella Chiesa, in coloro che hanno comunque dedicato la loro vita a Dio. Le vittime, spesso membri delle nostre comunità, hanno rivelato ciò che hanno sofferto e il loro profondo danno emotivo, psicologico, spirituale e fisico. Li ringraziamo per aver trovato il coraggio di parlare. Grazie alla loro testimonianza, è stata possibile una profonda presa di coscienza. Si è così aperta una operazione-verità. La  parola di Cristo –  ‘La verità vi renderà liberi’ (Gv 8,32) – è all’opera. È doloroso perché il dolore è profondo. Con Papa Francesco, diciamo che si tratta di abuso di potere, di coscienza e di abuso sessuale. Sapevamo che la Chiesa è santa per la santità di Dio, ma in lei si trovano anche uomini e donne peccatori”. I vescovi chiedono ai fedeli di non perdere la speranza soprattutto in Dio che “ci salva dalla menzogna della nostre vite e ci libera dal peso del peccato, anche quello della violenza fatta agli altri. Noi abbiamo fiducia in Lui e nella sua Chiesa”. E invitano a ricordare che sono molti i preti, i diaconi, i consacrati e i fedeli laici che hanno “dato il meglio di loro stessi” per dare testimonianza della Parola di Dio soprattutto tra i più piccoli e i poveri. E poi assicurano: “Continueremo ad ascoltare le vittime e a lavorare con loro. Avremo bisogno che tutti siano attori della verità, per rendere la nostra Chiesa più santa nella vita di tutti i suoi membri e nel suo modo di vivere”.

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