Mafie e corruzione: mons. Delpini (Milano), “ho scritto ai parroci di vigilare sulle infiltrazioni nelle attivitò produttive. Serve cittadinanza vigile”

(Milano) “A inizio di gennaio ho mandato una lettera a tutti i parroci della diocesi di Milano chiedendo di vigilare sulle possibili infiltrazioni delle mafie nelle attività produttive e commerciali del territorio”. A rivelarlo è stato lo stesso arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, intervenuto all’auditorium San Carlo al convegno “Corruzione, la via breve delle mafie” organizzato da Libera. Il convegno cade 30 anni dopo la riflessione che, il 4 marzo 1989, l’allora arcivescovo di Milano, Carlo Marina Martini, tenne agli alunni delle scuole sociopolitiche della diocesi ambrosiana anticipando quello che sarebbe emerso da lì a poco con il fenomeno di Tangentopoli. “La corruzione più pericolosa che vedo oggi – ha proseguito Delpini – è il tentativo delle mafie di impadronirsi delle capacità produttive del territorio: un’insidia particolarmente sentita da quelle realtà che vivono un periodo di crisi e hanno bisogno di denaro. Corrono così il rischio di cedere alla tentazione del denaro facile e finiscono nella rete delle mafie”. “Fenomeni – ha aggiunto Delpini – che non si possono sconfiggere solo con l’attività delle forze dell’ordine ma serve una cittadinanza vigile e un lavoro educativo a partire dai giovani”. Insieme all’arcivescovo sono presenti il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, Francesco Greco, procuratore della Repubblica di Milano e don Luigi Ciotti, presidente di Libera. “Questa sera – ha concluso l’arcivescovo Delpini – voglio esprimere anche la mia gratitudine per i semi gettati dal cardinal Martini: grazie al suo impegno e alle sue parole molti operatori nei nostri territori hanno elaborato una cultura della legalità, recuperato beni confiscati e continuano a mostrare come si possa orientare al bene una reazione civica a quello che in un certo territorio ancora si manifesta come sudditanza al male”.

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