Papa negli Emirati Arabi Uniti: al Founder’s Memorial, “non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro”. Serve “coraggio dell’alterità” per “costruire ponti”

“Il coraggio dell’alterità è l’anima del dialogo, che si basa sulla sincerità delle intenzioni”. Ne è convinto il Papa, che declinando una delle parole d’ordine del suo discorso al Founder’s Memorial ha sottolineato he “il dialogo è compromesso dalla finzione, che accresce la distanza e il sospetto: non si può proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto”. Poi la citazione di “uno scrittore moderno”, Fedor Dostoevskij, che ne “I fratelli Karamazov” scrive: “Chi mente a sé stesso e ascolta le proprie menzogne, arriva al punto di non poter più distinguere la verità, né dentro di sé, né intorno a sé, e così comincia a non avere più stima né di se stesso, né degli altri”. “Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro”, la tesi di Francesco. Secondo il quale “le religioni non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace”. “Se crediamo nell’esistenza della famiglia umana, ne consegue che essa, in quanto tale, va custodita”, ha spiegato il Papa: “Come in ogni famiglia, ciò avviene anzitutto mediante un dialogo quotidiano ed effettivo. Esso presuppone la propria identità, cui non bisogna abdicare per compiacere l’altro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dell’alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell’altro e della sua libertà, e il conseguente impegno a spendermi perché i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre, ovunque e da chiunque. Perché senza libertà non si è più figli della famiglia umana, ma schiavi”. Tra le libertà, Francesco ha citato quella religiosa, che “non si limita alla sola libertà di culto, ma vede nell’altro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanità che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana può forzare, nemmeno in nome suo”. In tutto ciò, per Francesco, “la preghiera è imprescindibile”, perché “mentre incarna il coraggio dell’alterità nei riguardi di Dio, nella sincerità dell’intenzione, purifica il cuore dal ripiegamento su di sé”. “La preghiera fatta col cuore è ricostituente di fraternità”, ha assicurato il Papa. Perciò, “quanto al futuro del dialogo interreligioso, la prima cosa che dobbiamo fare è pregare. E pregare gli uni per gli altri: siamo fratelli! Senza il Signore, nulla è possibile; con Lui, tutto lo diventa! Possa la nostra preghiera – ognuno secondo la propria tradizione – aderire pienamente alla volontà di Dio, il quale desidera che tutti gli uomini si riconoscano fratelli e vivano come tali, formando la grande famiglia umana nell’armonia delle diversità”.

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