Pace: Buonomo (Univ. Lateranense), “tutti la vogliono, ma con mezzi e obiettivi diversi”

“La pace come bene giuridico è la grande questione di fronte alla quale si trova il giurista oggi”. Lo ha detto il rettore della Pontificia Università Lateranense, Vincenzo Buonomo, intervenendo oggi pomeriggio al seminario di studio “Formare gli operatori di pace”, presso lo stesso Ateneo, a Roma. “I mezzi per la pace – ha aggiunto – sono di difficile individuazione. Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata della pace del 2017, ha sottolineato che non basta invocare la pace, se non si assume la funzione di operatore di pace. Ma cos’è un operatore di pace? Uno che svolge una missione di pace, chi fa il mediatore, chi attiva processi di transizione alla fine di un conflitto? Tutti vogliono la pace, ma con mezzi e obiettivi diversi”.
“Il bene giuridico della pace si trasforma in organizzazione della comunità internazionale con norme che regolano, però, la guerra e non la pace – ha osservato il rettore –, dunque il bene giuridico della pace è legato a organizzazioni internazionali che cercano di umanizzare la guerra. Occorrerebbe, invece, regolamentare un diritto di pace o per la pace”.
Buonomo ha anche ricordato che la Dichiarazione sul diritto alla pace del 2016 è composta da soli 5 articoli, mentre inizialmente erano 28: “In essi l’unico elemento comune è che la pace si può realizzare mediante un’adeguata formazione”. Il problema è che oggi non c’è neanche la volontà negli Stati di mettersi a un tavolo internazionale, eppure “con le convenzioni internazionali gradualmente si forma una coscienza, come è stato per la Convenzione antimine”.
Infine, Buonomo ha ripercorso alcuni interventi dei Pontefici, ricordando il discorso di Paolo VI all’Onu il 4 ottobre 1965, quando richiamò gli Stati al principio della buona fede sul tema del disarmo, la risposta di Giovanni Paolo II, dopo il bombardamento del mercato di Sarajevo, sulla necessità di disarmare l’aggressore, l’intervento di Benedetto XVI alle Nazioni Unite, il 18 aprile 2008, in cui ha parlato della responsabilità di proteggere che è in capo a chi può bloccare i conflitti, e infine il messaggio di Papa Francesco al convegno di Pax Christi, nel quale ha sottolineato che il ricorso alla forza non è mai strumento utilizzabile per risolvere i conflitti, ma è necessaria una formazione alla pace. “La formazione alla pace – ha concluso il rettore – è una scelta personale”.

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