Migranti: don Bignami (Cei), “le comunità cristiane faticano a recepire l’accoglienza come un’esperienza di Vangelo”

“La comunità cristiana fatica a recepire l’accoglienza come un’esperienza di Vangelo”. È l’amara constatazione di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale sociale e il lavoro della Cei e dell’Apostolato del mare, per il quale spesso si vive “un cristianesimo di facciata che fatica ad andare in profondità e di essere evangelico fino in fondo”. Intervenendo all’incontro “Operatori dell’accoglienza”, organizzato dal Tavolo Migrazioni per fare il punto sui risultati della Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare” a due anni dal suo lancio, don Bignami ha messo in luce l’urgenza di “un percorso di evangelizzazione della comunità cristiana”. “La paura è diffusa e si fa molta fatica a vari livelli: ecco perché – ha chiarito – bisogna spendere tempo con le comunità”. Questo, ha osservato, “richiede formazione, capacità di raccontare cosa facciamo e di recepire l’istanza di una narrazione differente”. Per don Bignami, infatti, serve “una narrazione convincente, che non usi slogan che semplificano tutto, ma sia alternativa a quella che parla di occupazione o di gente che vive in Italia a rubarci il lavoro”. “Quella della migrazione non è una questione emergenziale, ma soprattutto culturale”, gli ha fatto eco Franco Dotolo, della Fondazione Migrantes, per il quale è necessario cominciare dalle scuole. “Investire sull’educazione e sulla formazione è fondamentale”, ha confermato don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio.

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