Robotica: mons. Paglia, “non esonerare umano da cabina di regia della tecnica. Essere risoluti a non vendere l’anima”

“Non basta considerare le situazioni che minacciano la vita umana in modo isolato”; è necessario “tenere conto della fitta trama di relazioni” in cui la vita stessa “si sviluppa, che nel nostro mondo globalizzato è profondamente influenzata dalle nuove acquisizioni della tecnoscienza”. Esordisce così l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), introducendo i lavori del workshop pubblico su “Robo Ethics. Humans, machines and health” in corso questo pomeriggio e domani in Vaticano (Aula Nuova del Sinodo) nell’ambito dell’Assemblea generale 2019 della Pav, la 25ª. Soffermandosi sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, Paglia mette in guardia: “Se da una parte si lavora al progetto di potenziare il soggetto umano (enhancement) grazie alle tecnologie”, dall’altra “si concretizza il rischio di esonerare l’umano dalla cabina di regia della potenza della tecnica”. “Perché la tecnica sia umana – avverte l’arcivescovo – noi dobbiamo rimanere umani” e “mantenere la signoria dell’intelligenza umana sull’umano”. “Dobbiamo essere risoluti – il suo monito – a non vendere l’anima, neppure per acquistare l’immortalità del corpo”.

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