Robotica: mons. Paglia, “alleanza umanesimo-tecnica” per “essere signori della tecnica a servizio della vita”

“Una nuova alleanza dell’umanesimo con la tecnica” per “essere signori della tecnica a servizio della vita”. Ad invocarla è l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), introducendo i lavori del workshop pubblico su “Robo  Ethics. Humans, machines and health” in corso questo pomeriggio e domani in Vaticano (Aula Nuova del Sinodo). “Nessuna cognizione, nessuna valutazione, nessuna decisione può essere ereditata dalla macchina” o “calcolata dall’algoritmo”, avverte il presule secondo il quale “la sostituzione dei nostri sensi è priva di senso se immagina di poter affidare alla macchina la dimensione umana della sensibilità e della coerenza con la logica dei nostri affetti più profondi e più cari”. “Non ci sono, e non devono esserci, macchine della preghiera e dell’invocazione, del dono e del perdono, della felicità e della compassione propriamente umane”, sottolinea. Ciò che serve, secondo Paglia, è “un impegno responsabile della nostra intelligenza e della nostra sensibilità umana” perché la vita umana “è degna di questa passione e di questa compassione dal suo inizio al suo congedo”. “La tecnica che si mette al servizio della vita, rifiutandosi di scartarla quando non risponde agli standard di efficienza e di benessere decisi dal dispositivo”, afferma, è una “benedizione”, ma quando “si fa padrona”, noi stessi “diventiamo responsabili della perdita di quella benedizione”. Di qui “il patto da rinsaldare: essere signori della tecnica a servizio della vita, e non padroni della vita assoggettati alla tecnica”.

 

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