Luigi Sturzo: mons. Pennisi (Monreale), “popolarismo può essere un antidoto rispetto all’antipolitica e al populismo dei giorni nostri”

“Il tentativo di don Luigi Sturzo di realizzare un impegno politico e sociale alimentato da una solida base culturale che ha le sue radici nell’insegnamento sociale della Chiesa e che interpreta in modo creativo e aperto è un atto di amore verso la comunità, aperto alla ricerca della verità, rispettoso sia di una intesa integralità del cristianesimo sia di una sana laicità della politica. Questo tentativo che si manifesta nel popolarismo riveste ancora una sua attualità e può essere un antidoto rispetto all’antipolitica e al populismo dei giorni nostri”. Lo ha affermato mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e presidente della Commissione storica per la causa di beatificazione e canonizzazione di don Luigi Sturzo, durante l’incontro “La democrazia per il bene comune: popolarismo vs populismo” promosso da Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana e Istituto Luigi Sturzo nel centenario dell’“Appello ai liberi e forti”. Parlando de “Le radici culturali dell’impegno politico e sociale di don Sturzo”, mons. Pennisi ha sottolineato gli influssi avuti nella formazione di Luigi Sturzo e in particolare quelli del fratello Mario, futuro vescovo di Piazza Armerina. Pennisi ha ricordato che “l’impegno culturale di Luigi era finalizzato all’azione sociale” e che il sacerdote “sentì come sua ispirazione quella di introdurre la carità cristiana nella vita pubblica”. La sua azione, ha proseguito, era caratterizzata dal fatto che fosse “interessato più che ai dibattiti ideologici all’impegno amministrativo”; per cui “pervenne all’elaborazione della sua idea di partito non da un disegno teorico ma attraverso una partecipazione attiva alla vita amministrativa della sua città”. Sturzo diede vita ad un “partito laico, interclassista, programmatico, democratico e costituzionale di ispirazione cristiana che si poneva al centro dello schieramento politico al di là degli estremismi di destra e sinistra”. Pennisi ha fatto accenno all’esperienza di pro sindaco di Caltagirone vissuta da Sturzo e ha sottolineato “l’aconfessionalità del partito” fondato dal sacerdote, facendo leva sulla “responsabilità dei laici” e sull’“autonomia dalla gerarchia”. “Concepì un popolarismo democratico, liberale e sociale”, ha proseguito, “orientato all’educazione morale della vita pubblica”. “Il partito ideato e realizzato da Sturzo vuole permeare con i suoi valori la realtà culturale e sociale, si oppone ad ogni forma di dittatura, allo statalismo e alla partitocrazia. Egli è per una democrazia rappresentativa”. “È impossibile capire profondamente Sturzo – ha concluso Pennisi – se si prescinde dalla sua concezione del rapporto tra cultura e politica”.

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