Luigi Sturzo: Dessì (Ist. Sturzo), “tra valori e fatti storici c’è stata distinzione ma mai separazione”

“In Luigi Sturzo tra valori e fatti storici c’è distinzione ma mai separazione”. Lo ha affermato Giovanni Dessì, segretario generale dell’Istituto Luigi Sturzo e docente dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata, durante l’incontro “La democrazia per il bene comune: popolarismo vs populismo” promosso da Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana e Istituto Luigi Sturzo nel centenario dell’“Appello ai liberi e forti”. Riflettendo su “Etica e politica in Luigi Sturzo”, Dessì ha sottolineato che “Sturzo fu un sacerdote di convinzioni morali e religiose fortissime, tanto forti che gli costarono 22 anni di esilio prima a Parigi, poi a Londra e infine negli Stati Uniti”. “Sturzo – ha ricordato – si oppose sin dall’inizio al Fascismo per la sua violenza verbale e fisica. E una volta tornato in Italia fu un personaggio non così comodo perché, in numerosi articoli di giornale, pungeva la democrazia in quei rischi di immoralità che intravvedeva”. A questa caratteristica, ha proseguito, se ne aggiungeva un’altra: “In Sturzo le convinzioni morali non furono mai disgiunte da una concreta analisi dei fatti e dei condizionamenti storici”. Per cui “mai la morale come principi astratti che investono assolutamente l’agire politico”.
Dessì ha poi osservato che “la riflessione morale in Sturzo c’è da sempre, da giovanissimo fino agli ultimi scritti”. “Sturzo – ha spiegato – ha un’idea fondamentale: quella che nell’uomo c’è la legge naturale. Sturzo non si sofferma sui contenuti di questa legge naturale ma ribadisce continuamente che nell’uomo c’è un’apertura a muoversi verso il bene e il vero”.
Un altro aspetto toccato è quello della libertà che per Sturzo “crea la società. La crea rispettando la legge naturale”. Sturzo individua tre forme fondamentali della socialità: “famiglia, politica – alla quale dà una funzione d’ordine –, morale che è sempre individuale e sociale”. “Queste tre forme – ha notato – non fanno altro che esprimere la libertà dell’uomo nella storia”. Il docente ha poi richiamato un saggio degli anni ’50 in cui Sturzo così si esprime: “vorremmo avere politici al tempo stesso morali ed efficienti”. “Per Sturzo una politica che nega la legge morale è cattiva politica mentre una politica che proclama soltanto ideali morali è inefficiente”. Un ultimo aspetto evidenziato da Dessì è stato quello del “problema dell’educazione” che, per Sturzo, “è fondamentale per la democrazia. Perché formare élite che siano al tempo stesso morali ed efficienti è per Sturzo il problema della democrazia italiana del dopoguerra”.

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