Festa San Gerlando ad Agrigento: mons. Zambito (emerito Patti), “chi non guarda in verticale finisce per non guardare nemmeno in orizzontale”

“Celebrare il patrono di una città significa asserire solennemente che egli, oltre che nella fede, è pure il Pater civitatis, il fondatore della Città stessa. Questo, peraltro, testimonia la presenza, con il prefetto, dei signori sindaci, delle autorità civili e militari, della polizia urbana con il gonfalone del Comune. La loro presenza ci onora e ci dice che la vita pubblica della nostra Agrigento si fonda sulla religione cristiana e che Gerlando è il fondatore della città perché solo Dio può essere garante vero del bene comune che è il vero fine dello stare insieme”. Lo ha detto stasera mons. Ignazio Zambito, vescovo emerito di Patti, originario della diocesi di Agrigento, durante la Messa in cattedrale, di recente riaperta, in occasione della festa del patrono di Agrigento, San Gerlando.
“La città – ha osservato il presule – non è un ammasso d’individui ma una comunità perché i cittadini hanno una comunanza di fini e la comunanza di fini richiede un fondamento indisponibile che solo Dio può garantire. I vescovi patroni hanno difeso le loro città da nemici e carestie; talvolta, le hanno tenute insieme nelle difficoltà e, talvolta, perfino governate. Quando ciò non è avvenuto, essi sono lo stesso Patres civitatis perché non c’è legame che possa sostituire per verità e profondità quello religioso”.
Ancora, secondo il vescovo emerito di Patti, “la festa del patrono ricorda che le questioni di quaggiù non si risolvono senza l’aiuto da lassù. Non si dissodano i terreni incolti se prima non si dissodano le anime. Le relazioni tra gli uomini rimangono conflittuali se prima non si sistemano le relazioni con Dio. La famiglia non può essere protetta con leggi e politiche se si dimentica la S. Famiglia. Chi non guarda in verticale finisce per non guardare nemmeno in orizzontale”.
“La città non basta a se stessa. Essa si riconosce in debito con un Santo, invocato patrono, per la sua stessa esistenza e per il suo stesso futuro, al punto di convocare attorno all’altare popolo e amministratori perché riconosce che la sua vita politica dipende, in ultima istanza, da Cristo”, ha concluso mons. Zambito.

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