Europa: card. Bagnasco (Ccee), la Chiesa crede nell’Ue e confida nella “cultura popolare”

“La Chiesa crede nell’Europa, nella sua cultura cristiana, nella sua spinta umanistica nonostante ombre e ritardi; crede nel suo futuro e nella sua missione, che non è di tipo economico, ma primariamente di ordine spirituale ed etico. Crede – e la storia lo testimonia – che la cultura nasce dal culto, cioè dalla religione che svela agli uomini la loro origine e li richiama al loro destino generando civiltà, bellezza, fraternità”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali (Ccee), intervenendo all’incontro intitolato “Unione Europea: un percorso comune valorizzato dall’armonia tra identità diverse” che si è tenuto presso l’Archivio storico del Quirinale.

“Sembra diffusa una crescente intolleranza per quella visione antropologica che il Vangelo, simile ad una grande alveo che raccoglie ed esalta diversi affluenti, ha ispirato nel grembo europeo”, ha osservato il card. Bagnasco, mettendo in guardia dalle conseguenze del “delirio antipersonalista” secondo cui “quanto più i comportamenti sono artificiali – potremmo dire antinaturali – tanto più l’individuo affermerebbe se stesso”. “Ciò nonostante – ha sottolineato l’arcivescovo di Genova – esiste anche un’altra realtà, che potremmo chiamare ‘cultura popolare’ nel senso che sembra ritrovarsi in modo prevalente nel sentire popolare, quello più semplice ma per questo forse più aderente all’umano”. Se, infatti, “solleviamo il velo della narrazione inquietante, troviamo che la vita brulica, la vita vera, quella di tanta gente umile che tira avanti i giorni con dignità, che cura la famiglia con amore e sacrificio, che si dedica all’educazione dei figli con coscienza, che si prende cura dei propri malati o dei vicini in modo ammirevole. Insomma, sotto la superficie schiumante, vi è un eroismo quotidiano, e noi dobbiamo onorare questo patrimonio di dignità che non fa notizia, ma fa storia”.

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