Albania: mons. Meta (Rrëshen), “dialogo e bene comune sono i grandi assenti dell’agire degli attori politici”

foto SIR/Marco Calvarese

Dialogo e bene comune “sono due termini fondamentali per capire la situazione politico-sociale” dell’Albania. Lo scrive in una riflessione per il Sir mons. Gjiergj Meta, vescovo di Rrëshen e segretario generale della Conferenza episcopale albanese, a proposito della crisi politica che sta attraversando il Paese. E proprio “dialogo e bene comune sono i grandi assenti dell’agire degli attori politici in Albania”. Le radici, per il vescovo, “sono molto lontane: eredità dell’impero turco e anche, in particolare, del regime comunista”.
“Una insufficiente cultura del bene comune ha portato a usare le risorse naturali e le opere pubbliche, patrimonio di tutti gli albanesi, per affari corruttivi e clientelari”, avverte mons. Meta.
Secondo il presule, “serve perciò, e in questo ci impegniamo anche come comunità ecclesiale, uno sforzo collettivo per valorizzare il bene comune, ed educare ad esso, mettendo al centro, sempre e comunque, la persona umana”.
Rispetto alla mancanza di dialogo tra forze politiche, mons. Meta afferma: “Penso che l’apporto della Chiesa e delle religioni in generale potrebbe essere quello di offrire un modello, ma anche di lavorare all’interno delle comunità con individui o piccoli gruppi per educare al bene comune e al dialogo”.
Il vescovo, quindi, ricorda sfide importanti per il futuro: “28 anni dalla caduta del comunismo non sono molti, ma neanche pochi per rafforzare un cammino irreversibile verso l’Europa e la creazione di una società democratica in cui lo stato di diritto, il rispetto per il bene comune e il dialogo tra partiti e attori politici e sociali in Albania siano sviluppati e cercati da tutti noi”. Di qui l’invito a dialogare, guardare verso il futuro di tutti e soprattutto fermare la fuga di tanti giovani.

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