“La legge in materia di immigrazione non richiede necessariamente l’iscrizione anagrafica, se non in casi particolari, per il rilascio di permessi di soggiorno”. Lo afferma la Rete legale migranti in transito – composta da A buon diritto onlus, Baobab experience, Consiglio italiano per i rifugiati, Radicali Roma –, che nella giornata di oggi ha presentato a Roma i risultati di un anno di attività di tutela di 342 cittadini stranieri richiedenti asilo, beneficiari di protezione, transitanti, presi in carico nel 2018. “Come abbiamo già denunciato nei mesi precedenti – spiegano i responsabili della Rete -, la prassi generale di subordinare il rilascio di documenti al possesso di una residenza è frutto di un’errata applicazione della legge. Inoltre, l’iscrizione anagrafica è un diritto di fondamentale importanza per chi risiede regolarmente sul territorio nazionale e non può essere vincolato alla proprietà o alla disponibilità di un immobile”. Proprio per questo, proseguono i responsabili delle associazioni, “il nostro ordinamento ha previsto la creazione di un apposito registro anagrafico per i senza dimora la cui validità è parificata a qualsiasi altra iscrizione anagrafica”. Nel caso di Roma è stato scelto come indirizzo convenzionale quello di via Modesta Valenti e l’iscrizione si richiede ai singoli municipi, previa valutazione dei servizi sociali. “Secondo la Questura – Ufficio immigrazione, tuttavia tale indirizzo non è idoneo poiché ‘non concilia con esigenze di ordine e sicurezza pubblica’. Questa prassi – avverte la Rete legale – desta numerose perplessità, soprattutto perché è il mancato possesso del titolo di soggiorno che genera di fatto irregolarità e il non rilascio del permesso per chi ne ha effettivamente diritto”.