Incontro abusi in Vaticano: Ruffini, “creare una cultura della denuncia”, anche con “appositi referenti”. O’Malley, “denuncia è obbligo morale”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Creare una cultura della denuncia, anche con appositi referenti”. È uno degli argomenti su cui si sono confrontati i 190 partecipanti all’incontro in Vaticano su “La protezione dei minori nella Chiesa”. A riferirlo è stato Paolo Ruffini, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, durante il secondo briefing sui lavori. Una possibile deriva da evitare, ha aggiunto il prefetto riferendo del dibattito emerso finora nel corso della “tre giorni”, “i processi mediatici, dove rischia di sparire la presunzione di innocenza”. Interpellato dai giornalisti sulla diversità delle posizioni in merito all’obbligo di denuncia, nelle varie Conferenze episcopali, e sulla possibilità che tale atteggiamento venga considerato un’omissione, mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede, ha risposto: “Dipende dalle leggi civili dei rispettivi Paesi. Se l’abuso nasce nel contesto della Chiesa, ho il dovere di denunciare, e così facciamo nella nostra Conferenza episcopale. La questione della denuncia alle autorità civili è prioritaria: c’è un’obbligatorietà in base al quale, se non lo faccio, compio un delitto civile”. La Congregazione per la dottrina della fede, già nel 2011, ha ricordato il segretario aggiunto, esortava a “rispettare la legge dello Stato per quanto riguarda questo obbligo: un’indicazione che bisogna seguire sempre”. Anche negli Usa, ha detto il card. Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, presidente del Commissione per la tutela dei minori e membro del Consiglio dei cardinali, “siamo impegnati a denunciare sempre: c’è un obbligo morale a condividere con le autorità civili il nostro impegno per la tutela della sicurezza dei bambini. La crisi terribile degli abusi è nata proprio perché per tanto tempo i casi non venivano denunciati. Per me la denuncia è molto importante per le Conferenze episcopali. Sull’obbligo di denuncia, a margine dei lavori, si è pronunciato anche mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece: “Si può arrivare alla decisione che anche i vescovi vengano spretati se colpevoli. Bisogna farlo. E si arriverà anche all’obbligo di denuncia. Noi vogliamo la Chiesa come Gesù la vuole, se c’è del male nella Chiesa, la gente ha l’obbligo di informare l’autorità competente, vogliamo finirla col nascondere le cose. Servirà una legge”.

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