Rapporto Censis: nella “rassegnazione a non decidere” c’è il fallimento della politica

“I limiti della politica attuale sono nella rassegnazione a non decidere. Non per aver scelto, ma per non averlo fatto, la politica ha fallito e ha smarrito se stessa”. È la severa diagnosi contenuta nel 53° Rapporto Censis.
Il decennio che si conclude rimane politicamente incompiuto e così “viviamo in un Paese privato di un passaggio in avanti a lungo promesso, ma che non c’è mai stato”, come dimostrano le “tante, troppe, riforme strutturali annunciate, ma mai concretamente avviate”. “Non si vede ambito – insiste il Censis – nel quale non è mancata solo una solida visione di società possibile, ma anche il tentativo di una timida ancorché concreta rimodulazione dei processi: nella scuola, nella giustizia, nella sanità, nella fiscalità, nel quadro istituzionale”.
Secondo l’analisi del Rapporto, “vedendo cadere al suo punto più basso l’interesse a fare politica, a essere presenti e partecipi alla responsabilità collettiva, l’affidabilità delle sue parole, gli italiani non si sentono orfani: più semplicemente si sono disconnessi dalla politica, limitandosi al più ad osservarla, come in un reality”. E tuttavia “la consapevolezza che la sfiducia sembra prevalere sulla speranza, che lo spirito di adattamento inerziale non basta più, che il processo di sviluppo sociale si è interrotto, che la politica ha fallito, non è abbastanza per offuscare lo sguardo e il bisogno di reagire e guardare avanti che la società esprime”. “I segnali di contrapposizione a un gioco e a un racconto al ribasso sono ancora deboli – sottolinea il Censis – e non vale alcuna promessa per il domani, se non che nella reazione al vortice della crisi e nell’avvio di nuovi e diversi processi di consolidamento dello sviluppo il nostro popolo si sta aprendo alla speranza e, se così sarà, la storia gli lascerà strada”.

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