Adozioni internazionali: in Cina procedure più trasparenti. Griffini (Aibi), “Governo creda nella loro potenzialità e le inserisca nella propria politica estera”

Si sbloccano i rapporti con la Cina sul fronte delle adozioni internazionali. Il China Center for Children’s Welfare and Adoption (Cccwa), l’autorità centrale dedicata, ha infatti comunicato di aver variato la procedura di abbinamento per i bambini cosiddetti non “special focus”. Cambia e diventa quindi più trasparente il procedimento per la ricerca e l’adozione internazionale di bambini cinesi. In pratica, mentre, in precedenza, i bambini non special focus e i bambini special focus venivano pubblicati sul portale del Cccwa una volta al mese in un giorno e in un’ora prefissati, lasciando alla velocità di blocco del singolo ente la possibilità di “conquistare” il bambino, ora tale procedimento sarà lasciato per i soli bambini special focus.
“Questa è la dimostrazione pratica – ha detto il presidente di Amici dei Bambini (Aibi), Marco Griffini – che la crisi delle adozioni internazionali non è dovuta alle politiche degli Stati esteri, ma all’atteggiamento del nostro Governo”.
D’ora in poi, in base a questo procedimento, schede dettagliate sui bambini non-special focus saranno inviate dall’Autorità centrale a tutti gli enti interessati e saranno loro stessi a proporre per ogni bambino una famiglia. In altre parole, in questo caso a prevalere sarà la famiglia da più tempo registrata presso il Cccwa. Una procedura più trasparente, quindi, che elimina quelle “competizioni” tra enti autorizzati di tutto il mondo che si verificavano in precedenza.
“Questa importante novità che viene oggi dalla Cina – spiega Griffini – è una ulteriore conferma, caso mai c’è ne fosse stato bisogno, che la crisi che ha colpito l’adozione internazionale in Italia non è determinata, come erroneamente da molte parti viene sostenuto, dalla posizione di molto Stati esteri contrari alla adozione internazionale o che hanno introdotto politiche restrittive”. “La responsabilità – conclude – sta quindi nell’atteggiamento del nostro Governo, che non solo deve credere nella potenzialità della adozione internazionale, dando pronte risposte, ma deve inserirla finalmente nella propria politica estera. Solo così, cioè rispondendo e collaborando con le istanze dei Paesi di origine, si potrà rilanciare realmente l’adozione internazionale”.

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