Natale: mons. Seccia (Lecce), “farsi carne e mensa di speranza con gesti rivoluzionari per rendere la società più giusta e umana”

foto SIR/Marco Calvarese

“Sarà Natale cristiano se almeno una volta porteremo un the caldo ai ‘personaggi di quel presepe’ che ogni notte sono corpo di Cristo nella mangiatoia della stazione di Lecce. Se andrete a trovare magari con i bambini e con un dolce di pasta reale almeno una persona anziana o disabile ‘costretta’ alla solitudine o ospite senza parenti in una casa famiglia”. Lo ha scritto mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, nel messaggio per il Natale. “Se dedicheremo mezz’ora del nostro tempo ad amici che vivono il dramma della disoccupazione e della povertà e per i quali nemmeno un presepe costruito in casa riuscirà a sollevarli dall’angoscia”, prosegue l’arcivescovo richiamando le “lodevoli” iniziative “Piatto sospeso” e “Buono-regalo Happy Christmas 2019” promosse della Caritas diocesana e della Casa della Carità “di cui abbiamo appena festeggiato il settimo compleanno”. “Sarà, infine, Natale cristiano – conclude il presule – se invece di disprezzare l’immigrato, il diverso, il detenuto, il tossicodipendente, il ludopatico, il ‘povero che se l’è cercata’… proveremo noi stessi a farci carne e mensa di speranza e, mettendoci alla prova con semplici ma rivoluzionari gesti quotidiani, daremo il nostro contributo alla profezia di una società più giusta e più umana”.

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