Diocesi: mons. Santoro (Taranto) al neo-arcivescovo Panzetta, “da oggi in poi desidera solo il bene della Chiesa”

“Il vescovo è un uomo che prende continuamente le distanze dalla mentalità di questo mondo pur essendo lievito buono di questo mondo”. Lo ha detto nella sua omelia mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nell’omelia della celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale di mons. Angelo Panzetta, da ieri arcivescovo di Crotone-San Severina. Il sacerdote, del clero della diocesi ionica, originario di Pulsano, paese a 15 km dal capoluogo tarantino, è figlio di un operaio Ilva e di una casalinga, ed ha tre fratelli. Consacrato sacerdote da mons. Benigno Papa, ha operato nella commissione regionale di pastorale familiare e come docente e poi preside della Facoltà Teologica Pugliese, così come nel seminario regionale di Molfetta. Vescovo consacrante mons. Santoro, insieme all’arcivescovo emerito Benigno Luigi Papa e a mons. Domenico Graziani, amministratore apostolico e già arcivescovo di Crotone-Santa Severina. “Un buon vescovo – ha spiegato mons. Santoro nell’omelia – deve lasciare il passo a Pietro”, come Giovanni davanti al sepolcro “che vuol dire che tutto ciò che noi facciamo e desideriamo da oggi in poi deve essere solo il bene della Chiesa, posponendo, anzi abbandonando, ogni interesse o visione personale al bene prioritario e irrinunciabile per un ministro di Dio, che è l’annuncio del Vangelo di Cristo”.

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