Natale: mons. Pizziol (Vicenza), “siate segno e strumento della tenerezza di Dio!”

“Desidero raggiungere ciascuno di voi in questo giorno di festa mentre vi immagino riuniti nelle nostre comunità parrocchiali e nelle vostre famiglie per celebrare il Natale del Signore. Il mio pensiero è soprattutto per le persone sole e ammalate, per chi non ha più l’affetto dei propri cari e proprio in questi giorni rischia maggiormente di sentire il peso della sofferenza e della solitudine. Come i pastori, anche noi possiamo tornare a Betlemme e contemplare il Dio Bambino e, davanti a quella mangiatoia trasformata in culla, ritrovare luce, speranza e consolazione per la nostra vita”. Lo scrive mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, nel messaggio di auguri alla diocesi. “In questi giorni – spiega mons. Pizziol – preparandomi al Santo Natale, mi ha accompagnato la meditazione della bellissima lettera di Papa Francesco sul presepe. ‘Admirabile signum’ è un testo semplice e profondo, ricco di fede e di umanità. Vi invito a leggerla personalmente e a farne oggetto di riflessione spirituale e di preghiera comunitaria, in famiglia o in chiesa, davanti al presepe, o attendendo la celebrazione della Messa nella notte Santa di Natale”. Tra i tanti spunti che Papa Francesco ci offre, “vorrei sottolineare i ripetuti riferimenti al tema della tenerezza: la tenerezza di Dio che si manifesta in Gesù Cristo, la tenerezza di Maria e Giuseppe, la tenerezza dei pastori”. Anche oggi, osserva il presule, “il mondo ha bisogno di questa tenerezza, che non è segno di debolezza, ma al contrario è una grande forza morale e spirituale che può trasformare la nostra vita, le nostre relazioni, la realtà che circonda ciascuno di noi. A Natale, si dice, dovremmo essere più buoni: non è retorica sdolcinata! Se comprendiamo l’amore di Dio che si manifesta nell’evento straordinario del Natale, il nostro sguardo e il nostro cuore cambiano, diventiamo capaci di vicinanza ed empatia, di sguardi amorevoli e concreti gesti d’amore, di delicatezza e gratuità”. “Il nostro mondo – ha concluso il vescovo di Vicenza – spesso appare duro, chiuso, freddo, indifferente: i cristiani sono chiamati a portare la tenerezza di Dio in famiglia, a scuola, nei diversi luoghi di lavoro, come nei differenti ambienti sociali e politici soprattutto con le persone più povere, sole, emarginate. È questo l’augurio che desidero rivolgervi in questo Natale: siate segno e strumento della tenerezza di Dio! È questa la vocazione fondamentale della Chiesa e di ogni cristiano. È in questo che ci è dato di trovare l’autentica gioia”.

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