Natale: mons. Martin (Dublino), “per quanto commercializzata, anche nella nostra società è la festa della nostra fede”

“Il Natale è il momento in cui emerge la nostra fede, anche se ci siamo allontanati dalla pratica regolare. A Natale la fede della nostra infanzia si rinnova ed evoca qualcosa che rimane sempre sepolto nel profondo del nostro cuore… Sì, nella nostra società, non importa quanto commercializzata, il Natale tocca qualcosa di più profondo dentro di noi. Perché? Cosa rende speciale il Natale? Il Natale è speciale perché il Natale riguarda Dio. Il bambino che nasce è Nostro Signore e Salvatore”.  È sul significato più profondo del Natale che si incentra l’omelia di questa sera dell’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, nella messa della notte di Natale nella pro-cattedrale. Domani mattina invece sempre nella pro-cattedrale alla messa delle 11 sarà presente anche il presidente della Repubblica d’Irlanda, Michael D. Higgins.
“In un mondo e in una cultura in cui Dio è troppo spesso lasciato ai margini della nostra vita e della nostra società” i cristiani devono tornare a parlare di Dio. L’arcivescovo chiede: “Come possiamo parlare di Dio in un mondo che così spesso lo rifiuta o non sa a chi rivolgersi per trovarlo?”. “Per parlare efficacemente di Dio dobbiamo imparare a parlare di Dio nella lingua di Dio stesso”, osserva Martin. E la lingua di Dio la troviamo nel messaggio di Natale. “Dio ci dice chi è, nel modo in cui è Gesù”. È il Dio che si fa “bambino indifeso”. “Il linguaggio di Dio è il linguaggio della semplicità del cuore. Non è una lingua che puoi imparare dai libri”. “Dio si rivela a noi nella semplicità e nell’impotenza del bambino Gesù”. “Per capire il Natale – conclude l’arcivescovo – dobbiamo imparare la lingua di Dio. Per essere veri cristiani dobbiamo essere suoi testimoni nel modo in cui viviamo e nella società che creiamo”.

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