Rescritto per l’Istruzione “Sulla riservatezza delle cause”: don Di Noto (Meter), “Chiesa non si è tirata indietro. Modello per Stati ancora privi di legislazione contro questi crimini”

Dopo l’emanazione, oggi, del rescritto del Papa per l’Istruzione “Sulla riservatezza delle cause”, con il quale Francesco abolisce il segreto pontificio nei casi di abuso sui minori, violenza sessuale e pedopornografia, don Fortunato Di Noto – fondatore e presidente dell’associazione Meter Onlus – parla di “regalo del Papa per noi” ed esprime soddisfazione perché “la lotta agli abusi sui minori è un impegno di tutti e la Chiesa non si è più tirata indietro offrendo a tutta la comunità delle scelte epocali i cui effetti comprenderemo a lungo termine”. Il Pontefice ha inoltre deciso di modificare la norma riguardante il delitto di pedopornografia facendo ricadere nella fattispecie dei “delicta graviora” – i delitti più gravi – quali la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano minori fino all’età di 18 anni. “Le norme ci sono: ora si devono seguire i percorsi per prevenire tali gravi delitti attraverso informazione, formazione e una cultura che ribadisca sempre, in ogni angolo del mondo (cattolico e nelle altre confessioni) e in tutta la società che l’abuso sui minori è un crimine da contrastare con ogni mezzo, che superi il silenzio, gli insabbiamenti, le lobby della complicità irresponsabile”, osserva Di Noto. E questo, prosegue, “dev’essere proposto anche alla società civile e ai sistemi giudiziari negli Stati laici, anch’essi ancora deficitari nella legislazione contro questi crimini: basti pensare che sono decine gli Stati che non hanno una legge contro la pedopornografia e non hanno definito la fattispecie, come anche l’età del consenso dei minori e il segreto d’ufficio”.

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