Mediterraneo: card. Bassetti, “le Chiese possono essere fermento di unità e pace”

“Io credo che le chiese del Mediterraneo siano chiamate a muoversi e ad agire in ‘spazi profetici’ concentrici e interconnessi: lo spazio della comunione delle Chiese cattoliche mediterranee, ricche di tradizioni plurali, lo spazio del cammino ecumenico e lo spazio del dialogo interreligioso”. Lo ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, nella sua prolusione all’anno accademico dell’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, aperto oggi pomeriggio, sul tema “Incontro agli uomini: il futuro del Mediterraneo”. “Ora, grazie al cammino ecumenico, le diverse Chiese mediterranee, che contano milioni di cristiani, hanno la possibilità di essere fermento nel Mediterraneo di unità e pace e possono costituire – ha aggiunto – veri e propri spazi di confronto e di ricerca di soluzioni condivise alle crisi e condurre azioni comuni a tutela dei diritti dei senza diritto, della pace e a difesa del creato”. Dopo aver ricordato l’importanza del dialogo interreligioso nel Mediterraneo e il ruolo che ebbe per Giorgio La Pira, il card. Bassetti ha segnalato il senso del documento sulla fratellanza universale firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb. “Il dialogo interreligioso è il rifiuto radicale della falsa immagine di Dio come dio della guerra, scelta di stile e azione nonviolenta e tutela e promozione della dignità insopprimibile di ogni essere umano”. A proposito del conflitto israelo-palestinese, il porporato lo ha indicato come nodo centrale per la pace nella regione. “Fino a che quel nodo non comincerà a sciogliersi non potranno essere trovate soluzioni durature per tutte le crisi dell’area”. “Ed è scandaloso – ha aggiunto – che ci troviamo ancora a fare i conti con il risorgere dell’antisemitismo, nella nostra Italia, nella nostra Europa”. Le sfide segnalate dal cardinale sono “frontiere da abbattere, un’ecosistema da custodire, pericolose ideologie da smascherare, strutture sociali ingiuste da combattere, perché la crisi del Mediterraneo è una crisi del pane, che non è spezzato in maniera equanime e giusta”.

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