Società: Swg, gli italiani prospettano un Paese ingiusto e precarizzato e hanno paura per il futuro dei propri figli

È certamente un futuro fosche quello che si immaginano gli italiani per loro e i propri figli. È quanto emerge dall’ultima rilevazione eseguita da Swg su un campione di 1.000 maggiorenni italiani, i cui esiti sono pubblicati nello speciale “Paure per l’oggi e futuro dei figli” di “PoliticApp” diffuso oggi. Chiamati ad esprimere su ciò che li preoccupa di più rispetto al futuro dei figli, nella rilevazione eseguita tra il 27 e il 29 novembre, il 72% degli intervistati indica quella “che non riescano ad avere uno standard di vita decente”, davanti a quelli “che debbano emigrare” e “che debbano lavorare troppo” (entrambe al 59%), “che non riescano a costruirsi una famiglia” (58%), “che non abbiano successo nella vita” (55%), “che diventino vittime della criminalità” (47%), “che vivano nella solitudine” (46%), “che vengano emarginati dalla società” (41%) e che vadano a finire sulla cattiva strada” (40%). Per il 37% degli italiani, poi, i figli vivranno in un Paese con grandi ingiustizie sociali (37%), precarizzato (35%), povero (28%), senza identità (22%), con troppi stranieri (20%), degradato sul piano ambientale (19%) e pericoloso (9%). Rispetto all’attuale congiuntura economica, gli italiani temono in particolare di non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare (46%), di non riuscire ad aiutare i figli (43%), di perdere i risparmi accumulati (33%), di non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita (31%), di doversi indebitare (27%), di non riuscire a pagare il mutuo dell’abitazione (11%) e di non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati (7%). Infine, gli italiani ritengono che nella società di oggi siano sbagliati la mancanza di stabilità nel lavoro (44%), la mancanza di riconoscimento del merito (33%), l’egoismo (28%), il permettere l’arrivo incontrollato degli immigrati e la ricerca di profitti sempre maggiori (entrambi al 16%), il volere tutto subito e i troppi ostacoli al fare libera impresa (entrambi al 13%), le discriminazioni di genere (8%) e lo scarso dinamismo dei giovani (6%).

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