55° Sermig: Olivero, “emozione e stupore”. Festa alla presenza di Mattarella

“Effetto Sermig” è stato chiamato così dagli economisti il risultato dell’attività di 55 anni di vita del Sermig Arsenale della Pace che, a Torino oggi, è stata al centro di una grande festa alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un evento che, ha spiegato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, “è dedicato prima di tutto al lavoro dei volontari che hanno reso possibile tutto questo”. In prima fila, oltre a Mattarella anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia. Olivero ha spiegato di aver voluto capire, al giro di boa dei 55 anni di attività, quale fosse il “peso numerico” di tutto ciò che negli anni era stato fatto, al di là dei bilanci annuali in senso stretto. Il valore prodotto lungo l’arco temporale di attività del Sermig è pari ad un miliardo e 50 milioni di euro. L’Arsenale della Pace ha poi un effetto moltiplicatore importante sia sotto l’aspetto sociale e che per l’economia, senza contare il forte risparmio generato per le casse pubbliche come effetto sostitutivo di una serie di interventi di assistenza alle persone. Olivero, tuttavia, non ha mancato di rivolgersi al presidente facendo un riferimento al presente e spiegando: “Ci senta al suo fianco, quello che viviamo qui con la gente che ci aiuta è il nostro modo di sostenere la pace, il nostro contributo all’oggi e al futuro del nostro Paese”.

“Emozione e stupore sono i sentimenti che provo in questo momento”, ha detto quindi Olivero che ha aggiunto: “55 anni fa ho capito che stavamo entrando nel sogno di Dio. Al mio posto in questa storia non c’è un’organizzazione ma un cuore. Quando siamo entrati in questo Arsenale avevamo un appuntamento con l’imprevisto. Qui non c’è follia, c’è amare l’altro come vorresti essere amato tu”. Il capo dello Stato, concludendo l’incontro, ha spiegato: “Poca fa prima di entrare qui riflettevo che questo era un arsenale dove si lavorava per costruire strumenti di guerra. Oggi qui si lavora per la pace che non è solo l’assenza di guerra. Si tratta di fare emergere la vita e la bontà che c’è entro ciascuno di noi. Questo è ciò che si svolge qui e che è il vero contributo alla pace del Sermig”.

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