Terremoto: Roma, ancora chiusa chiesa di San Carlo ai Catinari. Card. Sandri, “inizino al più presto lavori di consolidamento e ristrutturazione”

“Auspico che al più presto possano iniziare i lavori di consolidamento e ristrutturazione” della chiesa di San Carlo ai Catinari, “patrimonio culturale di Roma e dei suoi cittadini”. Così il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, durante l’omelia pronunciata nel corso di una celebrazione eucaristica nella basilica di Sant’Andrea della Valle. Un appello che nasce dal desiderio di poter al più presto rientrare nella chiesa di San Carlo ai Catinari, nel rione Sant’Eustachio, di cui, lo stesso Sandri è titolare.
La chiesa, infatti, è chiusa dal 2016 in seguito ai danni causati dal terremoto, che ha colpito il Centro Italia, e la sua cupola è tuttora pericolante. Al momento la santa messa viene recitata ancora “provvisoriamente” nel teatro della parrocchia. Dopo tre anni tutto sembra ancora fermo con grave pregiudizio per l’attività pastorale della parrocchia e per l’interesse storico-artistico dei tanti visitatori che affollano il centro storico di Roma. La chiesa, prima costruzione religiosa edificata dai Padri Barnabiti in onore di San Carlo Borromeo agli inizi dei Seicento, rappresenta, con la sua maestosa cupola e i molteplici affreschi, uno degli edifici più puri ed eleganti del barocco romano.
Il cardinale si è vivamente augurato che al più presto la chiesa di San Carlo ai Catinari possa essere riaperta al pubblico e restituita alla comunità dei Barnabiti, alla comunità parrocchiale e alla città, nelle migliori condizioni possibili.
I fondi sono stati stanziati ma dei lavori non si ha notizia. La chiesa, quindi, resta in una condizione di pericolo ed esposta a situazioni di grave disagio soprattutto davanti alla imponente facciata di piazza Cairoli.

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